Nonostante la pandemia, prende il via il pellegrinaggio antoniano che avverrà a distanza di 800 anni con l’arrivo di una Reliquia di Sant’Antonio da Padova presso l’omonima baia di Capo Milazzo. La tradizione narra che il veliero su cui viaggiava Antonio, di ritorno da una sfortunata missione in Marocco, si sia infranto sugli scogli del promontorio milazzese nell'inverno del 1221. Antonio venne accolto e curato dai pescatori del luogo.
L’iniziativa è stata guidata da padre Carmelo Russo, rettore del Santuario ricavato in una roccia nella parte finale del promontorio, ha aperto ufficialmente “Il cammino di Sant’Antonio”. “La memoria del tragico episodio, metafora dell’attuale “tempesta” sanitaria e sociale – ha detto padre Carmelo Russo – intende suscitare sentimenti di speranza, sulle orme dalla disavventura di Antonio che, da Capo Milazzo, riprese coraggiosamente il suo cammino e la sua missione”. Il programma di accoglienza al porto Marullo da parte del Comandante della capitaneria del porto di Milazzo, Capitano di Fregata Massimiliano Mezzani, è stata caratterizzata da un momento di preghiera con la presenza del sindaco Pippo Midili e delle autorità civili e militari. La reliquia maggiore ex massa corporis, estratta alla tomba del Santo portoghese durante la ricognizione dei suoi resti nel 1981, giunge a Milazzo accompagnata dal Rettore don Oliviero Svanera della basilica di Padova, insieme ad una delegazione veneta. Subito dopo la stessa è stata imbarcata su un mezzo nautico della Guardia Costiera, per essere trasportata alla Baia di Sant’Antonio. Dopo il trasbordo nel gommone, un frate ed il sacro Reliquiario hanno raggiunto la spiaggetta denominata “delle tre pietracce” per un momento di silenzio e di preghiera, alla presenza di bambini in rappresentanza degli abitanti di Capo Milazzo. La data del 27 marzo non è una scelta casuale per celebrare l’ottocentesimo anniversario del naufragio di Sant’Antonio: coincide proprio ad un anno dalla preghiera di Papa Francesco in piazza San Pietro che intende ricordare, oltre al naufragio di Antonio, anche tutti gli immigrati morti nel canale di Sicilia e i tanti naufragi materiali ed esistenziali che si sono consumati in questo tempo di emergenza sanitaria. La partecipazione alla cerimonia è stata solo virtuale e non in presenza causa Covid-19.