Si è tenuto a Civitavecchia il 2° Convegno dell'Apostolato del Mare in Italia venerdì 8 e sabato 9 settembre 2023 presso la Sala del ‘Forte Michelangelo’, Calata Cesare Laurenti, 5.
Si è riflettuto sull’Apostolato del Mare in Italia, e sul contributo ai Cantieri di Betania del Cammino Sinodale.
Il Venerdì 8 settembre i lavori si sono aperti con i saluti istituzionali del sindaco di Civitavecchia, avv. Ernesto Tedesco, di sua S.E.R. Mons. il Vescovo Gianrico Ruzza (vescovo di Civitavecchia-Tarquinia e Porto Santa Rufina) e sono proseguiti con il CV (CP) Michele Castaldo, comandante del Porto di Civitavecchia e del dott. Pino Musolino, direttore dell'Autorità del Sistema Portuale del Lazio.
Don Gabriele Quinzi, sacerdote salesiano e figlio di un marittimo, ha moderato la Tavola Rotonda dal tema: "I marittimi, dalla solitudine alla fraternità". A mettere l’accento sulla formazione per i lavoratori del mare è stata Paola Vidotto, direttrice dell’Accademia della Marina Mercantile di Genova, parlando dell’impegno ad educare i giovani marinai per “reagire alle avversità imparando ad attivare le proprie risorse”; “superare l’analfabetismo emotivo abituandosi a socializzare”; “saper leggere e interpretare i diversi contesti di vita”. Francesco Buscema, psicologo dell’Università di Torino, ha illustrato i risultati della ricerca “Ma come fanno i marittimi?” realizzata nell’ambito del progetto “Psicologia del mare”. Da 880 interviste a lavoratori imbarcati è emersa “la richiesta costante di tempo da dedicare al riposo” e di “ambienti di qualità dove si faccia fraternità”. “Non basta fornire ai lavoratori una postazione internet – ha detto – ma anche spazi e tempi di socialità, di riposo e di momenti di confronto con chi comanda l’equipaggio”. Enrica Mammuccari, segretaria generale della Uila Pesca, si è soffermata sulla grave crisi del comparto e sulle difficoltà del ricambio generazionale in un settore che ha perso 35mila addetti dal 2005. Oltre a un essere “difficile, rischioso e pagato male”, quello del pescatore è anche un lavoro che “ha una cattiva narrazione”. “È passata l’idea, non solo per la pesca, che tutti i lavori faticosi siano poveri e vengano disconosciuti socialmente. I giovani hanno paura di sentirsi umilianti e marginalizzati. Spesso – ha aggiunto la sindacalista – si imputa ai pescatori anche la responsabilità della distruzione delle risorse marine. È innegabile che la pesca abbia un impatto sull’ambiente, ma ritengo che sia come tutte le attività antropiche”.
Il sabato mattina è stato invece dedicato all’apporto dei marittimi al cammino sinodale della Chiesa italiana. “Abbiamo scelto il tema della solitudine – ha detto d. Bruno Bignami – perché come Chiesa abbiamo imparato molto dal cammino sinodale”. “In questi due anni – ha aggiunto – ho ascoltato il grido di dolore di coloro che sono rimasti imbarcati lunghi mesi a causa del Covid, dei pescatori vittime delle eccessive restrizioni, dei lavoratori sfruttati. Siamo qui – ha aggiunto mons. Ruzza – con la voglia di una ricerca autentica della verità, alla luce della tradizione del mare, della vita di chi lo ama e della Dottrina sociale della Chiesa”.
Don Bignami ha tracciato alcune “attenzioni” che cappellani e volontari sono chiamati a coltivare: “Occorre aiutare la comunità cristiana ad aprire gli occhi sulle persone invisibili e che, invece, sono una colonna del mondo economico odierno. Senza marittimi non ci sarebbe commercio. Tuttavia, non possiamo accettare che tale economia sia sostenuta sistematicamente sullo sfruttamento dei lavoratori”.
Il sacerdote suggerisce di allargare lo sguardo sui problemi umani e psichici, ma anche di non lasciarsi intrappolare dalla tentazione di “essere dei superman che risolvono tutto”: l’invito a seguire l’esempio del Samaritano “imparare a fare la propria parte, senza dimenticare di far affidamento su chi ha maggiori competenze”.
In allegato il Programma del Convegno: Depliants Civitavecchia_2023
Articolo di Avvenire: Avvenire_06.09.2023
Articolo di Avvenire: Avvenire _ 09.09.2023