APOSTOLATO DEL MARE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Diocesi di Ravenna: la Stella Maris accoglie i marinai

A Ravenna, p. Vincenzo Tomaiuoli, accoglie e assiste spiritualmente e materialmente i marittimi, i pescatori e le loro famiglie. '1700 marittimi incontrati in due mesi'.
2 Gennaio 2023

Padre Vincenzo Tomaiuoli, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei migranti e Apostolato del Mare dell’arcidiocesi di Ravenna-Cervia, nonché direttore dell’associazione Stella Maris,  spiega di cosa si occupala Stella Maris, l’associazione che, in collaborazione con il Comitato Welfare Gente di mare di Ravenna, presta assistenza spirituale e pratica, ai marittimi che sbarcano nel porto di Ravenna.  L'obbiettivo è quello di «Accogliere e assistere spiritualmente e materialmente i marittimi, i pescatori e le loro famiglie».

Di seguito l'intervista a p. Vincenzo.

Don Vincenzo come è arrivato a Ravenna?

«Faccio parte dei missionari scalabriniani, sono stato in Colombia e poi ho passato 5 anni in missione in Germania dove ero sacerdote di due chiese italiane. A maggio ho sostituito padre Pietro Gandolfi alla guida di Stella Maris. Mi trovo molto bene a Ravenna dove ho trovato una rete di collaborazioni a sostegno della Stella Maris molto importante: non solo il comitato Welfare, ma tutto il cluster portuale che ci permette di svolgere i servizi di accoglienza ai marittimi. La lunga esperienza dell’associazione ravennate, nata nel 1938, le consente di avere una forte rete a sostegno dei marittimi».

Dopo la pandemia come è stato riprendere l’assistenza ai marittimi?

«Abbiamo portato avanti le attività che trovavano difficoltà nel post covid, a maggio c’è stata una lieve riapertura e un alleggerimento delle norme di distanziamento. Il nostro centro è ripartito con le attività di accoglienza dei marittimi e la visita a bordo delle navi, i due caposaldi dei servizi che offriamo ai marittimi. Salire a bordo delle navi ci permette di conoscere i marittimi e offrire assistenza sociale e spirituale».

Di cosa necessitano i marittimi che sbarcano?

«Si fermano nel nostro centro a Porto Corsini per due, tre, quattro ore, c’è chi contatta le famiglie con il wi fi, chi consuma un pasto, chi ha bisogno di fare due chiacchiere con altri marinai, chi vuole conoscere la città, chi ha bisogno di fare la spesa al supermercato o di acquistare degli indumenti. Adesso stiamo fornendo loro anche delle giacche perché molti vengono da paesi caldi e non sono equipaggiati per questo tempo. Il nostro è soprattutto un servizio di trasporto, visto che il centro dista 12-13 km dal porto. Ogni sera riceviamo due-tre chiamate per questo motivo. Abbiamo anche un centro ricreativo e naturalmente la cappella per chi vuole pregare».

Negli anni passati avete prestato soccorso e portato pasti anche agli equipaggi di navi che venivano abbandonate. È successo anche quest’anno?

«No, nessun abbandono delle navi, padre Pietro Gandolfi ha svolto attività simili in passato, sostenute da Gente di mare con cui collaboriamo in modo stupendo nel supporto ai marittimi. Quest’anno nessun caso, c’è stato invece un impegno per i vaccini, molti si trovavano nella situazione di non poter fare un vaccino nei paesi da dove provenivano e li abbiamo aiutati a farlo in Italia».

Che sensazione ha dopo la pandemia?

«La pandemia ha contribuito notevolmente a isolare ancor più i marittimi: come Stella Maris non potevamo salirea bordo delel imbarcazioni, non potevamo riceverli, molte navi per mantenere la bolla sanitaria non prevedevano la possibilità di scendere, questo ha creato molta solitudine, depressione, frustrazione. Anche in questo periodo natalizio essere lontani da casa crea un senso di solitudine.  Noi accogliamo tutti, di qualsiasi credo e nazionalità: Stella Maris è una rete con più di 300 centri nel mondo. In questi ultimi due mesi abbiamo visitato 97 navi, 1700 marittimi, la sera abbiamo ospitato in questo periodo circa 230 persone. Prossimità e vicinanza sono le nostre parole».

Per le festività natalizie avete fatto qualche iniziativa?

«Stiamo visitando regolarmente le navi e distribuendo dei pacchetti natalizi, un piccolo segno che lasciamo ai marittimi, oltre ai momenti di preghiera. Finora ne sono state distribuiti 250 per ogni nave visitata».

Progetti da avviare per il 2023?

«Sicuramente dei progetti di formazione per far conoscere la vita e i lavori dei marittimi, le sfide e le difficoltà, sensibilizzare la città al lavoro dei marittimi che sostengono l’economia del territorio, dignità e tutela di questo lavoro. Vorremmo continuare la nostra attività di supporto ampliando la compagine associativa che oggi vanta 13 volontari».