La “Giornata Mondiale della pesca”, istituita nel 1998, ogni anno, intende richiamare l’improrogabile impegno per una pesca sostenibile e fare il punto sull’efficacia dei rimedi, adoperati dai vari Stati, per sanare l'habitat marino. Nonostante tutto quello che si vede è una sproporzione enorme tra la consapevolezza di quanto sia urgente intervenire per la salvaguardia del creato e le conseguenti scelte concrete.
La “Giornata Mondiale della pesca”, istituita nel 1998, ogni anno, intende richiamare l’improrogabile impegno per una pesca sostenibile e fare il punto sull’efficacia dei rimedi, adoperati dai vari Stati, per sanare l'habitat marino. Nonostante tutto quello che si vede è una sproporzione enorme tra la consapevolezza di quanto sia urgente intervenire per la salvaguardia del creato e le conseguenti scelte concrete. “Se guardiamo in modo superficiale, al di là di alcuni segni visibili di inquinamento e di degrado, sembra che le cose non siano tanto gravi e che il pianeta potrebbe rimanere per molto tempo nelle condizioni attuali. Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo. È il modo in cui l’essere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse”.
[1] Nel complesso mondo globalizzato è chiaro che nessuno Stato o Organizzazione può lanciarsi da solo nelle sfide di oggi
[2] per questo è necessario che la giornata mondiale della pesca non passi inosservata e serva ad accrescere la volontà di un coinvolgimento globale e concreto, c’è “bisogno di nuova solidarietà universale”.
[3] Quest’ultimo richiamo permette di allargare lo sguardo e includere le ingiustizie, legate alla condizione del lavoro nel mare, denunciate nel “Messaggio per la Giornata Mondiale della Pesca” del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Quanto riportato nel testo del Pontificio Consiglio non è per nulla astratto e non si riferisce a qualche episodio isolato
[4].
In Italia, con problematiche diverse, il mondo della pesca sopravvive piuttosto che vivere, e la situazione diventa sempre più preoccupante. Essa risente molto della frammentazione dei pescatori e della debole rappresentanza di categoria nelle sedi istituzionali. Non è più tempo di stare a guardare.
La giornata mondiale di quest’anno è piazzata in mezzo a due eventi positivi: il V Convegno Nazionale della Chiesa Italiana, “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, appena concluso, e il Giubileo della Misericordia che inizierà il prossimo otto dicembre. Lo slancio missionario e il metodo sinodale, consegne ricevute al Convegno che portano l’attenzione dell’Apostolato del Mare Italiano a vivere il Giubileo come una grande opportunità di ripresa, di costruire ponti con il territorio e tra le varie comunità di pescatori nella speranza di azzerare le distanze e favorire un lavoro comune.
[1] Papa FRANCESCO,
Laudato si’ n.59; “La cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico. Diversamente, anche le migliori iniziative ecologiste possono finire rinchiuse nella stessa logica globalizzata. Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse, e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale. (
ivi n. 111.)
[2] Ivi, n.54 “Ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione per non vedere colpiti i suoi progetti.
[3] Ivi, n.14 “…molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale.