Il 17 dicembre due equipaggi di 18 pescatori di Mazara del Vallo sono stati liberati dalle autorità della Libia, che li avevano sequestrati a settembre con l'accusa di aver violato le loro acque territoriali. La partenza è stata comunicata dal comandante del motopesca 'Medinea', Pietro Marrone, al suo armatore. Le due imbarcazioni faranno adesso rotta verso Mazara; l'arrivo è previsto nella giornata di domenica. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio andati in Libia a riprenderli. A Bengasi, roccaforte del generale Khalifa el-Haftar sono trattenuti da inizio settembre gli equipaggi di due pescherecci italiani di Mazara del Vallo: 18 persone, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi. "Aspettiamo la conferma ufficiale ma oggi sembra proprio la giornata giusta".
Emozionato e con la voce rotta dal pianto, aveva anticipato così a Radio Capital Marco Marrone, armatore della Medinea, uno dei due pescherecci sequestrati 108 giorni fa in Libia. "Ho parlato con il ministro Bonafede che mi ha detto: "C'è qualcosa di buono nell'aria". "Per me un'emozione assurda - conclude Marrone - ho pianto come un bambino. Ora aspettiamo solo la conferma". "I pescatori hanno già parlato con i loro familiari e sono a bordo dei due loro pescherecci Antartide e Medinea. anche i loro colleghi musulmani dopo mesi sono riusciti a scambiare qualche battura con i familiari". Lo ha detto sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, sulle notizie che arrivano da Bengasi sui pescatori italiani. C'è grande attesa e ci sono grosse aspettative a Mazara del Vallo per la liberazione dei 18 pescatori fermi in Libia dopo l'annuncio del volo del premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio a Bengasi. Familiari, amici e colleghi si sono radunati davanti al Comune dove hanno incontrato il sindaco Salvatore Quinci. "Abbiamo ricevuto comunicazioni su una liberazione imminente - ha detto Quinci - aspettiamo adesso aggiornamenti e la conclusione di questa vicenda". Rosetta Incargiola, mamma di Pietro Marrone, uno dei pescatori siciliani fermati a Bengasi afferma: "Stamattina questa notizia mi ha fatto rinascere dopo tre mesi bui e di disperazione. Non vedo l'ora di riabbracciare mio figlio".