Il convegno "Marittimi, bisogni e strutture. Al centro la persona", si svolgerà a Salerno dal 24 al 27 ottobre. Il titolo mette a fuoco due realtà che interessano molto da vicino l'Apostolato del Mare Italiano. La prima parte sintetizza le indicazioni sul welfare proposte nella Convenzione internazionale sul lavoro marittimo (Maritime Labour Convention MLC) del 2006, ratificata nell'agosto del 2012 ed entrata in vigore lo scorso 20 agosto.
La "Regola 4.4 Accesso alle strutture sociali di assistenza a terra", riconosce che il lavoro svolto a bordo delle navi rende abbastanza dura la vita dei marittimi. Infatti a bordo delle navi è un'alternarsi di turni di lavoro massacranti, per molti mesi consecutivi e sempre nello stesso luogo. Perciò la MLC invita gli Stati membri a prevedere che nei porti di scalo ci siano strutture accessibili e idonee al benessere dei marittimi. È certamente un passo avanti rispetto al passato. Nell'accogliere queste indicazioni e per meglio qualificare il nostro impegno soprattutto all'interno dei porti, abbiamo pensato di leggere la parte della MLC, riguardante il welfare, alla luce della Caritas in Veritate, da questo è nata la seconda parte del titolo del convegno: "Al centro la persona".
Riteniamo che le strutture non debbano diventare contenitori di bisogni da soddisfare con l'offerta di servizi ma essere luoghi nei quali il marittimo, indipendentemente dalla nazionalità e dalla religione, trovi uno spazio di libertà. Isolare i bisogni dalla persona è strumentale, il nostro desiderio invece è quello di abbracciare la persona nella totalità dei fattori che la compongono, integralmente, per favorirne l'incontro e l'accompagnamento piuttosto che l'assistenza. Il convegno è rivolto in modo particolare, a quanti a vario titolo operano a servizio della gente di mare. I relatori forniranno spunti, prospettive e indicheranno strumenti concreti, utili al processo di riqualificazione delle Associazioni Stella Maris affinché, ben radicate nel tessuto ecclesiale diocesano, partecipino, nell'ambito portuale, come soggetti attivi e competenti.
Al centro la persona vuol dire pure ascoltare il vissuto della gente di mare, e la situazione dei marittimi italiani non è per niente rosea. Nel libro "I forzati del mare" di Valter Zanin, da una sua ricerca, sull'impiego di marittimi italiani dal 1980 al 2005, sulle navi cargo nel porto di Venezia, risulta che si è passati dai 23.990 marittimi italiani impiegati nel 1980 ai 3.224 del 2005. Dietro i numeri dobbiamo vedere le persone, le famiglie coinvolte e i dati di quella ricerca sono anteriori alla crisi economica, iniziata nel 2008, è doveroso quindi iniziare a parlarne e individuare percorsi che portino a una inversione di tendenza dei dati attuali.