Padre Bruno Ciceri, direttore internazionale dell'Apostolato del Mare: “L’arrivo della pandemia ha modificato il ministero di cappellani e volontari ma non ha cambiato la sua intima essenza”. Appello per i marittimi bloccati in mare dalle regole anti covid: fare presto per farli sbarcare.
“La Chiesa è sempre stata vicina alla gente del mare: in fondo, Gesù ha iniziato a lavorare con i pescatori”. Padre Bruno Ciceri è orgoglioso dei primi cento anni di vita della ‘Stella Maris’, l’apostolato del mare fondato da un gruppo di laici a Glasgow, in Scozia, il 4 ottobre del 1920. Da direttore internazionale dell’organizzazione, che oggi conta centinaia tra cappellani e volontari sparsi in trecento porti del mondo, svela che ogni anno vengono svolte settantamila visite sulle navi e raggiunto ben un milione di marittimi: “La nostra opera è come il granello di senapa: piantata, da piccola che era adesso è diventata molto grande”, dice. E non si abbatte se la pandemia lo ha costretto a rinviare al prossimo anno il 25° congresso mondiale dell’Apostolato del mare, che si sarebbe dovuto aprire a Glasgow il 29 settembre e chiudere il prossimo 4 ottobre, giorno della fondazione. “Speriamo che nel 2021 tutto andrà bene”.