Per i marittimi Milazzesi il santuario di San Francesco di Paola è stato ed è l’ultimo luogo da visitare prima dell’imbarco e il primo subito dopo lo sbarco. A San Francesco di Paola, celeste patrono dei marittimi italiani, ogni marittimo affida se stesso e la sua famiglia e al ritorno ringrazia per la celeste compagnia. Il giubileo della gente di mare di Milazzo, Padre Mario Savarese, custode del Santuario di San Francesco di Paola in Milazzo con la collaborazione della locale associazione Stella Maris, l’ha voluto inserire nelle celebrazioni per il sesto centenario della nascita di San Francesco, è stato un pomeriggio intenso e ricco di emozioni. Dopo il saluto iniziale di Padre Mario Savarese, la parola è passata al Prof. Salvatore Italiano che ha offerto una bella e significativa relazione sul “Patronato di San Francesco di Paola, sulla gente di mare”.
Dai primi versetti del libro della Genesi al miracolo di San Francesco nello Stretto di Messina, il Prof. Italiano ha messo in relazione l’onnipotenza di Dio e la mediazione dei Santi. La seconda parte dell’incontro è stata dedicata al ricordo di alcuni tragici eventi nei quali hanno perso la vita marittimi milazzesi. Momenti di commozione sono stati il ricordo di Maesano Domenico e degli altri 28 marittimi morti sulla petroliera Luisa il 5 giugno 1965; il ricordo di Giuseppe Tusa nel terzo anniversario dell’incidente a Genova e dei marittimi della Segesta Jet, Sebastiano Mafodda, Marcello Esposito, Palmiro Lauro e Domenico Zona, morti nell’incidente del 10 gennaio 2007. A ricordare gli eventi sono stati Il Sindaco, Avv. Giovanni Formica, il Comandante del Porto, il capitano di Fregata Fabio Rottino e il Com. Sebastiano Pino.
Al termine sono state consegnate delle targhe commemorative sia alla Famiglia Maesano sia all’Apostolato del Mare Italiano. Nel ritirare le targhe, don Ioculano, ha detto “commosso e grato accetto le targhe per quello che esse rappresentano: un invito a fare di più e meglio. Il sacrificio delle persone che esse ricordano deve aiutarci a tenere sempre presente di essere al servizio della vita, non basta dire “mai più” se a questo non segue un reale impegno a migliorare le condizioni lavorative delle persone”. Alle 18,30 è iniziata la celebrazione eucaristica, in una chiesa gremita di fedeli e marittimi. Nell’omelia don Ioculano ha invitato alla solidarietà concreta verso la gente di mare.