ROMA (Migranti-press) - Tenuto conto dellattenzione della Chiesa in Italia al mondo dei porti e dei marittimi nella sua missione apostolica e dellimpegno delle Capitanerie di Porto per la salvaguardia prioritaria della vita umana in mare, con particolare riferimento in tale contesto alla salute e al benessere dei lavoratori marittimi il Presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco e il comandante delle Capitanerie di Porto, lAmmiraglio Raimondo Pollastrini, hanno firmato, durante il convegno Né in terra, né in mare - svoltosi a Roma l11 maggio 2010 - un accordo nel quale esprimono il comune intento di porre in essere specifiche modalità operative per intrattenere e rafforzare i rapporti in materia e per incrementare le possibilità di collaborazione, in specie tramite la creazione di un tavolo di coordinamento tra i rispettivi organismi, uffici e servizi dedicati allo scopo. Nellaccordo i rappresentanti della CEI e della Guardia Costiera, considerati i particolari bisogni, di ordine sociale e di accoglienza dei marittimi, prendono atto che, nellattuale quadro normativo, il lavoratore assume un ruolo centrale e cruciale nel sistema dei trasporti marittimi e sottolineano limportanza, dal punto di vista strutturale e organizzativo, di fornire ai marittimi il necessario supporto materiale, morale e spirituale.
Mi compiaccio per come lattenzione dello shipping, normalmente focalizzata sulle infrastrutture e leconomia del mondo marittimo, si sia spostata sui marittimi ossia sulle persone per restituire loro la dignità perduta a causa dellabbandono da parte di armatori a volte senza scrupoli, ha detto nel suo intervento, prima della firma, il Card. Angelo Bagnasco. Parlando del Dossier sulle navi abbandonate che per la prima volta fotografa un fenomeno con ricadute sociali, realizzato dal Comitato Nazionale per il Welfare della Gente di Mare in collaborazione con lUfficio per la pastorale dei Marittimi della Fondazione Migrantes e presentato durante il convegno, il porporato ha sottolineato che lo studio intende porre le basi per unaccoglienza, in Italia, dei marittimi abbandonati nei porti. Tutto il cluster marittimo insieme alle città portuali pone le basi giuridiche, economiche, sociologiche e logistiche per rimediare alle ingiustizie inflitte a queste persone e alle loro famiglie lontane che, senza colpa alcuna, sono private, per mesi e a volte anni, del conforto dei propri familiari e del giusto sostentamento economico che è il solo motivo per cui hanno scelto la via del mare.
Il Presidente della CEI ha citato il lavoro del Comando Generale delle Capitanerie di Porto al quale si affianca quello della Chiesa nei porti italiani attraverso lassistenza dei marittimi nei molti centri Stella Maris: la fragilità delle soste brevi, dei lunghi mesi di navigazione, delle difficoltà di scendere a terra, di contattare la famiglia o vivere la quotidianità della propria fede religiosa sono sanate da tanti volontari che, quotidianamente, visitano gli equipaggi sulla nave o accolgono i marittimi nei Centri per dare loro una casa lontano da casa.
Questa collaborazione quasi connaturale - ha aggiunto - tra la Chiesa e il Corpo delle Capitanerie di Porto, in questi ultimi anni, si è maggiormente rafforzata attraverso la lodevole iniziativa di anticipare, di fatto, quanto auspicato nelle Convenzioni internazionali dellILO attraverso la promozione e la costituzione del Comitato Nazionale per il Welfare della Gente di Mare e la nascita di tanti Comitati Locali che esprimono la volontà comune, del cluster marittimo insieme alle città portuali, di scoprire con occhi nuovi queste presenze di oltre 5 milioni di transiti di marittimi che sfiorano le nostre coste come una sorta di cittadini a ore.
Il Presidente della CEI ha poi sottolineato la particolare fragilità del popolo dei marittimi, che spinge il cuore della Chiesa ad una materna attenzione verso quanti possiamo incontrare solo salendo sulle navi o condividendo la loro vita come fanno i nostri Cappellani di bordo nei lunghi mesi dimbarco nel generoso servizio interamente dedicato agli equipaggi loro affidatigli.
La complessità dei problemi e la maggiore considerazione che dobbiamo prestare al mondo marittimo - ha spiegato ancora il Card. Bagnasco - ci spinge ad una migliore cooperazione strutturalmente coordinata e operativa con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto per rafforzare i rapporti istituzionali e incrementare la collaborazione di fatto che sino ad oggi è stata dimostrata.
Laccordo firmato - spiega don Giacomo Martino, Direttore dellUfficio per la pastorale dei marittimi della Fondazione Migrantes - vuole riconoscere il cammino fatto insieme negli ultimi anni e porre nuove basi di collaborazione sempre più concreta tra le due istituzioni.
In Italia ogni anno transitano, negli oltre 60 porti, circa cinque milioni di marittimi. Accanto a loro operano le Associazioni Stella Maris, con circa 30 centri e oltre 300 volontari. Decine sono ogni anno le chiamate indicanti possibili sequestri o abbandoni di navi ed equipaggi. Situazioni che vengono localmente sostenute dal volontariato nei bisogni primari (spesso si tratta di dare il cibo, i vestiti e lacqua), dai Comitati territoriali del Welfare della Gente di mare già attivi nei maggiori porti italiani e dallITF (sindacato internazionale dei marittimi) che, ove possibile, assiste in giudizio gli equipaggi per ottenere il riconoscimento del credito degli stipendi e, quanto prima, il rimpatrio presso le proprie case. (R. Iaria)