Nel Convegno di Salerno abbiamo voluto mettere al centro i destinatari della nostra missione: le persone che lavorano nel e col mare. Il loro è un lavoro duro, con caratteristiche particolari che li pone nella condizione di non poter partecipare ai consueti circuiti relazionali. Nel nostro linguaggio, usiamo spesso definirli gli invisibili del mare, quasi sempre essi arrivano nei porti e ripartono senza che nessuno se ne accorga e se ne occupi.
Nel convegno, volutamente, abbiamo evitato molti luoghi comuni sui marittimi sia per non ferire la loro dignità, alimentando immagini che li dipingono come poveracci, sia per educare il nostro cuore a un atteggiamento nuovo. Lo slancio dellimpegno nellemergenza è connaturale alluomo, ha detto il Cardinale Bagnasco parlando a braccio, questi è predisposto naturalmente, la durata nel servizio invece no. È necessario perciò che lo slancio trovi un fondamento che superi i limiti creaturali, il fondamento sorgivo della carità unico che educa a un impegno nellonda lunga del tempo. Un impegno, il nostro, dettato dalla passione per la vita e non dalla pietà. Si può e si deve fare di più per loro, proprio per questo andrebbe riconsiderata la loro condizione come diversa dalla nostra per permettere un atteggiamento più vero e più rispettoso della loro dignità.
Integrare è più appropriato di assistere. Il nostro impegno dovrebbe integrare quanto è a loro impossibile raggiungere diversamente. Rientrano in questo tutti i servizi di cui siamo capaci di offrire nelle visite a bordo e nei nostri Centri Stella Maris ma anche altri aspetti attinenti al loro lavoro. Il welfare alla gente di mare è il welfare alla più globale delle industrie, ha detto la Professoressa Beretta e guardando con ottimismo alla MLC 2006, ha continuato dicendo che essa apre scenari interessanti che potranno favorire la tutela dei lavoratori, si tratta di dialogare per creare connessioni, nessuno ha il monopolio del bene comune.
Integrare inevitabilmente ci induce a includere in questo processo quanti hanno un nesso con i lavoratori marittimi, e quindi a coinvolgere e a collaborare con le istituzioni, a creare ponti col territorio. Tutto questo non solo è possibile ma è anche bello, siamo protagonisti e costruttori di qualcosa di grande. Tutto ciò non può prescindere dal legame originario e permanente con la Chiesa, in cui quella attenzione è nata e si è sviluppata. Il rinnovo dello Statuto favorirà molto questa direzione.
Il futuro non piomberà improvviso in un domani sconosciuto, esso sarà lesito di come ognuno saprà coinvolgersi e impegnarsi quotidianamente in questa opera buona.