Un ricordo del marittimo Matteo di Flavia, della diocesi di Milazzo, per la ricorrenza del 58 ° anniversario dell’esplosione turbo/cisterna Luisa, dove sono morti 26 persone che ora riposano nel sacrario di Mariport, porto Marghera. Imbarcato sulla petroliera agip mi trovavo a Ras Tanura in golfo persico a poche miglia dal luogo del disastro. Allora il marconista di bordo dal ponte ci diede la triste notizia, siamo rimasti allibiti. Sapevo che tra loro c’era un mio compaesano Domenico Maisano cuoco. La petroliera Luisa mentre era attraccata al pontile esplose, a bordo scoppiò un incendio Bisognava decidere se abbandonare la nave o lasciare il pontile e uscire dal porto, se la turbo petroliera Luisa sarebbe rimasta al pontile sarebbero esplosi anche i depositi di greggio della zona con morti e danni incalcolabili; allora il comandante Parodi Lazzarini in accordo con l'equipaggio decisero di mollare gli ormeggi e uscire dal porto, ma destino volle che all'imboccatura la nave iniziò a esplodere.
L'equipaggio si buttò in mare nonostante i prodotti a galla incendiassero provocando la morte di ventisei persone. La nave stava affondando ostruendo l'imboccatura del porto, allora il governo chiese all’Italia di togliere la nave nonostante fosse italiana della società Cosarma, però di bandiera panamense. I corpi sono rimasi, ostaggi, per circa due anni, ma poi grazie all'intervento dell'Apostolato del mare (Stella Maris), i corpi sono stati fatti rientrare in Italia a Trieste dopo un mese di navigazione. Arrivarono i parenti per il riconoscimento dei loro cari, ma più di un genitore o moglie di marittimi hanno creduto di riconoscere nello stesso corpo, o resti del proprio congiunto, il proprio parente. Allora il ministro della marina mercantile di allora Natali ha deciso di fare nella chiesa sacrario di Mariport a porto Marghera una cappella per loro chiamata cappella Stella Maris. Ancora oggi i resti riposano lì. Nessuno rimborsò i familiari per la loro perdita. Per anni i congiunti hanno chiesto giustizia per questi eroi.
